Da Repubblica.it – Leonardo Cenci: “Sarò il primo italiano a correre la maratona di New York con il tumore”

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Leonardo insieme ai top runners della Maratona di Roma

articolo tratto dal sito www.repubblica.it
http://www.repubblica.it/rubriche/la-storia/2016/04/22/news/leonardo_cenci_cancro_maratona-138061509/

Al 43enne perugino è stato diagnosticato nel 2012 un adenocarcinoma al polmone inoperabile con metastasi al cervello. Vuole abbattare il record di 5 ore e 32 minuti di Fred Lebow

NON si riesce a fotografarlo con la faccia seria, non sta fermo un attimo e vuole correre la maratona di New York battendo un record speciale. Leonardo Cenci, classe 1972, perugino, ha un tumore inoperabile al polmone con metastasi alla testa. “Sì, sarò il primo italiano a correre la maratona di New York con un tumore in atto e voglio battere il record di 5 ore e 32 minuti di Fred Lebow (fondatore della maratona di new York, ndr) che corse con un cancro al cervello” spiega Leonardo. La malattia, adenocarcinoma al quarto stadio, gli è stata diagnosticata nel 2012, quando aveva 39 anni. Oggi ne ha 43.

“Era il 9 agosto, da allora lo festeggio come il mio secondo compleanno e quest’anno spero di spegnere la mia quarta candelina” continua Leonardo, che di maratone prima di quel 9 agosto ne aveva già corse 7, personal best 3h04′ alla Maratona di Carpi. “Corro dal 1998 ma prima facevo tennis e prima ancora calcio, lo sport è la mia vita, è nella mia testa ed è quello che mi ha dato la forza per trasformare la malattia in un’occasione di crescita. Io non lo tratto come un mostro ma come un ospite e siccome ci devo convivere voglio che questa sia una buona convivenza”.

Oggi Leonardo si allena 7 giorni su 7, distribuendo 4 sedute di corsa e 6 di palestra, ma senza orologio, ascoltando il suo corpo, non andando oltre le proprie possibilità, anche se per la maggior parte delle persone nelle sue condizioni è già “oltre”. I medici gli avevano dato una speranza di vita di 4-6 mesi: sono passati quasi 4 anni. Tutto merito dello sport? “Per i medici la corsa è sconsigliata per chi è nelle mie condizioni perché dovrei condurre uno stile di vita ‘ipo’ e non ‘iper’ ma per fortuna gli oncologi che mi seguono sono comprensivi e hanno capito che io non potrò mai essere ‘ipo’, non lo sono mai stato e non lo sarò mai. Quindi mi lasciano fare, a condizione che non mi stressi troppo. Infatti i miei allenamenti sono ‘al risparmio’. Il programma me lo fa l’allenatore della nazionale di maratona Umberto Risi (olimpionico nei 3000 siepi a Città del Messico nel 1968, 35 volte maglia azzurra, ndr) e per ora corro senza fare lavori specifici, tra luglio e agosto introdurremo lavori su ripetute, fartlek, variazioni e salite. Tutto per andare sotto quelle 5 ore e 32. Ce la dovrei fare, visto che in febbraio sulla mezza maratona in febbraio ho fatto 2 ore 7. Tutto dipenderà dal mio stato di salute”.

Alla Maratona di Roma Leonardo ha corso 12 chilometri accompagnato dal presidente del Coni Giovanni Malagò, che in novembre ha promesso che lo porterà nella Grande Mela. È determinato, ottimista, resistente. Ma non si prende troppo sul serio: nelle foto fa quasi sempre la linguaccia. “Sì, un po’ come nella foto famosa di Einstein. Quella lingua di fuori mi piace, mi dà l’idea di gioia, di creatività. Mi è venuta naturale, proprio da dopo la diagnosi” spiega Leonardo. “Lo sport mi ha insegnato a superare il dolore, andare oltre la sofferenza, una sofferenza fisica che solo chi ha un tumore può capire. Lo sport ha formato la mia mente. Grazie all’attività fisica, a una alimentazione corretta e ai farmaci riesco ad avere uno stile di vita che ha fatto rallentare la progressione del tumore”. Una “qualità” di vita che è diventata oggetto di studio alla George Mason University in Virginia (Usa).

Leonardo ha voluto condividere la sua esperienza di sport come “terapia aggiuntiva” per migliorare la qualità di vita del paziente oncologico fondando la onlus avantitutta.org. Con le donazioni raccolte la onlus è riuscita a far installare la palestra “Avanti tutta gym” per i pazienti dell’oncologia medica dell’ospedale dove Leonardo viene curato, il Santa Maria di Misericordia di Perugia. Ha inoltre donato all’ospedale filodiffusione, tv a led e poltrone ultracomode per chi si deve sottoporre alle estenuanti sedute di chemioterapia. E c’è a disposizione per i pazienti anche un maestro di Shiatsu. “La malattia mi ha messo nelle condizioni di poter scegliere di fare solo le cose che mi piacciono, che mi va di fare, per me e per gli altri. Questa è l’occasione che ho saputo cogliere. Questa è l’occasione che lo sport mi ha permesso di cogliere. Quindi avanti tutta, oltre il traguardo!”.