Intervista a Leonardo Cenci: il primo italiano a correre la maratona di New York con il cancro

tratto dal sito www.ilmattino.it – intervista di MARIA GIULIA MECOZZI

Leonardo: “Sarò il primo italiano – afferma con soddisfazione l’atleta – a correre una maratona con un cancro in atto”. “La vita è troppo bella per non viverla serenamente. Io sono attaccato alla vita, mi ci sono incollato ed a questo male non voglio dargliela vinta”

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Come nella scienza, anche nello sport e più specificatamente nel running o corsa, parafrasando un pensiero del famoso fisico italiano Enrico Fermi, esistono tre categorie di runners. I professionisti, sempre con il contachilometri al polso e pronti a sfidare il tempo e il spazio per superare i propri limiti. Gli amatori, che corrono per il puro piacere senza avere troppe pretese in quanto a risultati: basta che si corra. Poi c’è la categoria del footing e di chi corre come pratica quotidiana, senza alcun tipo di ispirazione se non quella del ‘tenersi in forma’. Al di fuori di queste tre categorie, poi, c’è Lui: Leonardo Cenci.

Leonardo Cenci è un maratoneta 43enne di Perugia, diventato “Patrimonio della Regione Umbria”. Il 9 Agosto 2012 gli è stato diagnosticato un cancro e precisamente una forma rara di edenocarcinoma polmonare.

La nostra chiacchierata con il maratoneta comincia dal suo incontro con il mondo del running. “Mi sono avvicinato ufficialmente al running nel 1998 – dice Leonardo. Ho sempre praticato sport di squadra, dal mini basket al calcio. Proprio quest’ultimo però, mi cominciò a stare stretto quando vidi il poco impegno e la poca serietà che alcuni miei compagni di squadra dimostravano. Stili di vita che poco hanno a che fare con il mondo dello sport, furono la causa di molte sconfitte subite e di cui non mi sentivo responsabile. Per cui decisi di smettere. Di qui la decisione di avvicinarmi a sport individuali come il tennis e la corsa, pensando che se i risultati fossero stati deludenti, la colpa sarebbe stata imputabile esclusivamente a me”.

L’entrata nel mondo del running lo ha portato a correre ben 7 maratone. Purtroppo però, “nell’agosto 2012 è sopraggiunta questa terribile malattia che si chiama cancro. La diagnosi che i medici diedero ai miei genitori era la peggiore. Dissero infatti che per la tipologia di neoplasia (edenocarcinoma al quarto stadio) non mi sarebbero rimasti più di 6 mesi da vivere” ed invece Leonardo continua a correre.

Sbalorditi da queste sue parole, chiediamo come sia possibile, dopo una diagnosi del genere, essere investiti da una tale forza e voglia di vivere. E’ con un sospiro che risponde: “Tutto deriva dalla mia determinazione e dalla voglia che ho di spingermi sempre oltre. Ma soprattutto, è la mia preparazione alle maratone che mi ha dato una resilienza al di fuori del normale, aiutandomi a contrastare questo deficit organico che mi da sia il cancro sia le 13 metastasi celebrali. Pensate che avevo perso completamente anche la sensibilità agli arti inferiori, ritrovandomi da un giorno all’altro con il corpo di un quarant’enne ma la testa di un bambino di 18 mesi che deve imparare a camminare. Quando non hai il senso di battuta su terra diventa tutto più difficile”.

La corsa è uno sport sempre fonte di molte soddisfazioni. E’ quanto ci conferma anche Leonardo che, ricordando il periodo di pre-malattia dice: “Questo sport mi ha regalato uno straordinario benessere psicofisico. In quell’ora di allenamento c’è un mondo che ogni volta va scoperto ed esplorato. Nella corsa ti senti libero e per me questa è stata la mia principale fonte di vita che mi faceva star bene a livello sia fisico che mentale”. Inoltre, “non sono stato mai troppo competitivo. Correvo e corro per far star bene Leonardo. L’ho sempre praticata con equilibrio e consapevolezza, mai in maniera ossessiva e mirata al raggiungimento di un record”.

Con il cancro in atto Leonardo è riuscito a correre due mezze maratone: il 27 di Settembre 2015 a Foligno e il 7 febbraio 2016 a Ponte San Giovanni. La prossima sarà quella del Giubileo che si terrà in Aprile a Roma “anche se non la correrò tutta – afferma. Gareggerò in quanto sono stato contattato personalmente dal Presidente del CONI, Giovanni Malagò, per fare da testimonial di come lo sport, anche nella malattia, possa essere importante”. Ma l’appuntamento più atteso rimane quello con la Maratona di New York che Leonardo ha deciso di correre per intero nei suoi 42 Km e 195 metri. “Sarò il primo italiano – afferma con soddisfazione l’atleta – a correre una maratona con un cancro in atto”. E continua: “Ad Aprile inizierò la preparazione specifica e proprio per questa occasione mi è stato messo a disposizione dal Presidente Malagò, il preparatore atletico della nazionale italiana maratoneti, Umberto Lisi”. Sarà proprio quest’ultimo, infatti, a gestire la tabella di allenamento di Leonardo affinché possa sopportare un tale sforzo. “Un malato di cancro terminale come me – dice – non può sottoporsi a gare. Per questo devo fare tutto con estrema tranquillità e sicurezza, per non andare a produrre radicali liberi che sono uno dei cibi preferiti dal cancro”. Per ora, continua ad allenarsi tre o quattro volte alla settimana correndo per un’ora circa.

Rimaniamo impressionati da come quest’uomo abbia appreso e maturato la notizia di avere un cancro. Di solito la maggior parte delle persone si lascia andare, invece nel caso di Leonardo, è stato tutto il contrario. Chiediamo dunque, da dove venga tutta questa forza e determinazione nonostante la sua condizione? “Da ex maratoneta e atleta ho preso la notizia del cancro come una sfida. Ho cercato dunque, di conoscerlo a fondo studiandolo approfonditamente su dei volumi di medicina che mi sono fatto prestare da medici-oncologi. Solo in un secondo momento ho potuto cominciare a sfidarlo ad armi pari. A distanza di tempo, tutto ciò che ho fatto, mi sta regalando buoni frutti e di questo sono veramente soddisfatto. Pensate che sono riuscito a riacquistare, pian piano, la sensibilità agli arti inferiori e detossificarmi dalle 12 chemioterapie a cui mi sono sottoposto”.

Leonardo, inoltre, è fondatore e Presidente dell’Associazione Onlus “Avanti Tutta”. In tal proposito ci dice: “Da quando ho vissuto e calpestato il reparto di oncologia medica ho potuto constatare la paura ed il terrore che abita negli occhi di tutti, dai pazienti ai loro cari. Proprio per questo – continua – mi sono ripromesso, una volta che le mie condizioni fossero migliorate, di voler infondere a queste persone, la consapevolezza che la parola cancro non deve mai esser associata alla parola morte ma alla parola vita. Perché con con un cancro si può comunque riuscire a vivere una vita degna”.  E ancora: “Sono riuscito, dunque, a mettere su quest’Associazione che, in meno di due anni, è riuscita a donare più di 150.000 euro al reparto di oncologia dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, tra macchinari, attrezzature e borse di studio per finanziare la ricerca, senza la quale non ci sarebbe cura”.

Tronando all’appuntamento newyorkese che lo attende, chiediamo quale risultato conta di raggiungere e quale obbiettivo si è dato. “Al mondo – ci dice – c’è solo un’altra persona che ha corso una maratona con un cancro in atto. Il suo nome è Fred Lebow, che corse la maratona di New York in 5h 32’ 34”. Dunque Leonardo vorrebbe concluderla, “almeno un secondo prima di Lebow. Questa è l’asticella che mi sono fissato”.

Da quando è costretto a combattere con questo cancro al polmone e le 13 metastasi celebrali i risultati riportati nello sport sono cambiati. Infatti, prima il suo record era di 3h e 04 secondi. Un risultato davvero importante per un maratoneta perché “è quel record che ti distingue dall’essere amatore per far di te un professionista”. Cambiano i tempi di gara ma anche le emozioni. Infatti, se alla fine di una maratona pre-cancro le emozioni che Leonardo provava erano “un mix di gratitudine e soddisfazione per avercela fatta ed essere arrivato al traguardo”; quando ha cominciato a correre le mezze maratone con il cancro ed “ho tagliato il traguardo, oltre all’emozione di vedere i miei genitori accogliermi con le lacrime agli occhi, ho sentito anche il bisogno di ringraziare Dio per esser ancora vivo”.

Se davvero correre regala tutta questa voglia di vivere, vogliamo chiedere a questo atleta qualche consiglio utile per chiunque vorrebbe avvicinarsi a questo sport. “Ecco dei semplici consigli: scarpe tecniche e tanta voglia di sudare, appassionarsi ed imparare a correre guardando la natura. Da ogni allenamento e da ogni corsa, bisogna uscirne arricchiti”. Inoltre è molto importante condurre uno stile di vita sano. In tal proposito ci dice: “Specialmente nella mia condizione, cerco di condurre una vita molto in equilibrio e sulla difensiva per riuscire a far avanzare, nella maniera più lenta possibile, questo mio ‘ospite’. Un occhio di riguardo particolare va all’alimentazione che, per uno sportivo, deve essere ricca, abbondante ma soprattutto sana. Per questo consiglio sempre di proiettarsi su prodotti di qualità e non cercare di risparmiare sul cibo”. E ancora: “Noi fondamentalmente siamo due cose: ciò che mangiamo e ciò che pensiamo. Per questo, pensiamo meno alle futilità ed investiamo di più sul nostro fisico, perché la salute è la cosa più importante che abbiamo”.

Il messaggio finale Leonardo vuole lanciarlo a tutti quelli che in questo momento si trovano a combattere con questa terribile malattia. “Si deve imparare a guardare la vita sempre da una prospettiva diversa – dice – ed essere sempre alla continua ricerca di una soluzione. E’ importante in questa ma credo in tutte le situazioni, vivere la vita sempre con il sorriso, perché la vita è troppo bella per non viverla serenamente. Io sono attaccato alla vita, mi ci sono incollato ed a questo male non voglio dargliela vinta”.