“Io, malato di tumore, vi spiego… come convivere con la bestia”
Leonardo Cenci è un uomo speciale. Ha deciso, nonostante un tumore inoperabile con tanto di metastasi, di lottare per sopravvivere al male e dare un esempio su come non lasciarsi andare quando la vita viene sconvolta.
Leonardo Cenci vive il dramma della malattia: un tumore che gli ha cambiato la vita e che purtroppo non è operabile. Ma lui sta lottando tutti i giorni nonostante i referti medici duri e inesorabili. Un inno alla vita e alla speranza che vuole lanciare a tutti gli umbri: malati, parenti di malati e persone sane.
di Leonardo Cenci
Quando una persona è colpita da qualsiasi patologia tumorale, automaticamente in un istante si cambia inevitabilmente, e ci si sente come schiacciati da un macigno dal quale si crede che non si possa più rialzarsi; a meno che ……… AVANTI TUTTA!!!, il nome che ho voluto dare alla mia Associazione.
Mi sono trovato ad affrontare delle grosse difficoltà di carattere fisico con le quali ho dovuto da subito fare i conti; d’altronde la diagnosi è stata chiara fin da subito: adenocarcinoma al polmone IV stadio con tripla mutazione genetica, inoperabile con metastasi celebrali ripetitive.
Grazie alla mia energia positiva, all’ entusiasmo, all’amore per lo sport ed al mio dinamismo, che sono da sempre le caratteristiche che mi hanno contraddistinto, ho visto questa “tegola” caduta su di me, ma che poi si è riversata anche sulle persone che mi conoscono, non come una tragedia, ma piuttosto come un’opportunità dalla quale trarne un qualche beneficio, e l’ho subito accettata, seppur sapendo che si sarebbe trattato di un percorso durissimo.
Parrebbe impossibile anche solo pensarlo, ma se io ce la sto facendo, lo assicuro anche agli scettici. Un altro importante ruolo, lo ha giocato sicuramente l’equipe medica del reparto di oncologia medica,dove ho passato numerosi giorni di ricovero, guidata dal Dott. Lucio Crinò Crinò, tutti medici con uno spirito di servizio e con una competenza davvero straordinaria. Mi sento o molto fortunato per essermi trovato in un vero centro d’eccellenza, in cui io faccio la mia parte , ma anche tutti i medici,ed il personale infermieristico fanno la loro, prodigandosi per contrastare il più possibile la mia grave patologia.
Martedì mattina, dopo aver ritirato alcuni referti relativi ad esami effettuati qualche giorno prima, ho avuto un incontro speciale nei corridoi dell’Ospedale, con Giacomo “Jack” Sintini, campione di pallavolo e vincitore dell’ultimo scudetto, che avevo conosciuto personalmente già a novembre. Ho riconosciuto in lui un esempio inconfutabile che si può guarire da questo male subdolo, grazie ripeto anche all’amore ed alle coccole di tutto il personale medico, ed infermieristico.
Ci siamo abbracciati forte e ne è scaturita un’ energia positiva che tutto il centro ospedaliero penso abbia percepito. Ho avuto il piacere di stare con lui un paio d’ore, ci siamo guardati con intensità e credo ch3e oraq lui oper me rappresenta un punto di riferimento preciso. Le terapie che affronto sono terrificanti, dolorose , a volte mi mettono tappeto, togliendoti tutte le forze fisiche, e pare che il tumore non ti dia scampo, da lì comincia un’altra battaglia, ed a condurla è e sarà la propria mente.
Questo sostegno invincibile appunto, riesce a farti arrivare dove niente e nessuno può, nessun farmaco, nessun sostegno, solo la tua mente. Ed io devo dire grazie ad aver trovato da subito questo spirito positivo grazie allo sport che amo di più, che è la corsa , una passione nata verso la fine degli anni ’90 a cui ora, probabilmente, devo anche la qualità della mia vita. Gli allenamenti durissimi, la fatica, il sacrificio, il traguardo, sono tutti elementi che quando si stà combattendo con un tumore, aiutano in maniera significativa, la volontà di non mollare, la voglia di farcela, dare sempre e comunque il meglio di sé, a prescindere dal piazzamento finale, insomma, SI VINCE SEMPRE…
Grande Leo,
ricordo le tue parole quando ci dicesti che quando non eri malato eri sempre di corsa, sempre incavolato e non avevi tempo da dedicare a te stesso perché le frenesia ti stritolava.
Parole sacrosante!
Purtroppo poche volte ti sono venuto a trovare, anche per quanto sopra scritto, ma sappi che sei sempre nei miei pensieri, seguo ogni tua iniziativa e mi informo periodicamente sulla tua salute tramite il Sosa, Tomassoni e altri.
Amicizia a parte, ti ammiro tantissimo e quanto prima verrò di persona a salutarti.
Max