Leonardo Cenci di corsa a Genova per ricordare le 43 vittime per ponte Morandi

Il presidente di Avanti Tutta si cimenterà nella 11 km dopo solo 20 giorni dall’uscita dall’ospedale
Oggi presenterà il suo libro al Marathon Village

A_Malago e Cenci

ROMA – Super Leo Cenci non si ferma mai e mantiene la parola data. Dopo poco più di 20 giorni dalla sua uscita dall’ospedale, dove è stato ricoverato per una settimana per un peggioramento delle sue condizioni di salute, il presidente dell’Associazione Avanti Tutta onlus torna a correre e lo fa nonostante la preoccupazione dei medici.

“Sono cosciente che la fase critica è già alle mie spalle”, afferma Leonardo. “Lo scorso settembre – prosegue – mi hanno invitato a prendere parte alla ‘Genova City Marathon’, l’unica maratona al mondo sulla distanza di 43 km per ricordare le 43 vittime del ponte Morandi e non potevo mancare. Domani (domenica 2 dicembre) voglio essere presente per contribuire a lanciare un messaggio di lotta, di rinascita e di speranza. Genova è una città che riparte, che si sta rialzando in piedi e sarà bellissimo fare parte di questa manifestazione. Ma non prenderò parte alla maratona, mi cimenterò bensì nella ‘Fantozzi run’, una gara non competitiva di 11 km, lo stesso numero di metastasi che ora ho in testa (prima erano 8, ndr), che si snoderà lungo le vie della città. La correrò in meno di 61 minuti. E’ questa la nuova sfida c- conclude Cenci – che mi voglio porre a Genova”.

Leonardo non solo prenderà parte alla gara ma avrà anche occasione di presentare oggi pomeriggio (sabato 1 dicembre), presso il Marathon Village, il suo libro “Vivi, ama, corri. Avanti tutta!”, edito da Salani. Un volume di 152 pagine è scritto a quattro mani con Rosangela Percoco, con la prefazione di Giovanni Malagò, presidente del CONI. Un libro che Marco Franzelli, vice direttore di Rai Sport, ha definito “terapeutico, che fa bene alla salute”.

 

Il libro – Il volume parla dei primi cinque anni di malattia del giovane perugino, classe 1972. Racconta dei suoi primi mesi difficili e della sua decisione di non darla vinta al suo “ospite”, così lo chiama Leo, che ha dovuto rassegnarsi e seguirlo fino a New York, correndo con lui ben due maratone. Nel 2017 ha battuto il suo record concludendo il percorso in 4 ore e 6 minuti e dedicando l’impresa a tutti i malati di cancro. Da vero imprenditore di se stesso, Leonardo ha pensato di costruirsi una nuova vita dal momento che quella di prima faceva “acqua da tutte le parti”. Da “matto” autentico, sta muovendo mari e monti per rendere la vita dei malati di cancro una vita di buona qualità e non un’esistenza che susciti compassione. Tutto in queste pagine è una testimonianza che Leonardo lascia per far comprendere il suo punto di vista: malato di cancro non vuol dire arreso, credere non significa illudersi, essere consapevole non vuol dire consegnarsi all’ospite il giorno della diagnosi. E ogni segno che traccia si compone in un disegno sorprendente, dove il cancro diventa una presenza con cui contrattare lo spazio vitale, un suggeritore di nuove soluzioni, un’occasione per camminare verso nuove scelte, nuovi equilibri.