fonte www.borstorun.com
LA FOLLE CORSA DI LEONARDO
“Pronto Leonardo, sono Francesco”
“Ciao Francesco, dall’accento direi che la mia storia ha raggiunto anche il profondo nord!”
Comincia così l’intervista telefonica a Leonardo Cenci, l’atleta perugino diventato “Patrimonio della Regione Umbria” e, aggiungiamo noi, dell’Italia intera.
Leonardo è un maratoneta di quasi 44 anni che nel 2012 inizia la sua battaglia contro il “big killer”, una forma rara e aggressiva di adenocarcinoma polmonare con metastasi cerebrali. La prognosi è severa: pochi mesi di vita. Eppure Leonardo decide di non darsi per vinto, anzi ci dice: “sono salito sul ring per combattere il mio avversario ripresa dopo ripresa come un pugile che non molla mai”, diventando un simbolo di sport e di vita a tal punto che quest’anno sarà testimonial CONI alla New York Marathon come primo atleta italiano con il cancro a correre una maratona.
L’INTERVISTA
E’ domenica pomeriggio, fuori piove e sono davanti al mio portatile ad aspettare le 17, ora dell’appuntamento telefonico con Leonardo, accompagnato dal ticchettio delle gocce di pioggia sul vetro della finestra dello studio. Mi sento emozionato perché mi rendo conto che da lì a poco avrò l’onore di ascoltare uno di quei racconti capaci di cambiarti la vita.
Ore 17, chiamo.
“Pronto Leonardo, sono Francesco”
“Ciao Francesco, dall’accento direi che la mia storia ha raggiunto anche il profondo nord!”
“Sì Leonardo direi che l’hai proprio fatta grossa.”
Ascoltando la voce di Leonardo Cenci capisco di avere a che fare con una di quelle persone capaci di parlare al cuore di chi le ascolta perché le parole che dicono non sono mai banali ma racchiudono in sé una lezione di vita.
“Leonardo raccontami del tuo rapporto con la corsa. Come sei diventato un runner?”
“Il mio matrimonio (così lo definisce ndr) con la corsa è iniziato nel 1998 all’età di 26 anni, prima di allora giocavo a calcio. Sono sempre stato abituato a dare tutto me stesso nelle cose che faccio e questo accade anche e soprattutto quando pratico sport. Nel periodo in cui giocavo a calcio, facevo una vita da atleta, senza ossessioni intendiamoci, ma prendendomi cura di me, mangiando correttamente, evitando gli eccessi e allenandomi regolarmente per riuscire poi a dare il massimo in campo. Tutto questo però non capitava alla maggior parte dei miei compagni di squadra e succedeva poi di perdere le partite proprio a causa di questo loro comportamento. Non lo potevo sopportare. Così decisi di dire basta e di dedicarmi ad uno sport in cui le mie sorti, vincenti o perdenti, dipendessero solo da me. Iniziai con il tennis ma l’amore vero lo trovai nella corsa.”
“Da qui inizia la tua avventura da runner con le prime gare e le prime soddisfazioni”
“Proprio così. Iniziai con delle gare locali da 10/12 Km ottenendo anche dei discreti risultati ma la mia abitudine alle sfide e al sacrificio mi spinse a chiedere di più, così decisi di affrontare distanze più lunghe correndo le mie prime maratone. La prima la corsi a Venezia nel 2001 con il tempo di 3H e 24’ ma la più bella fu quella di Carpi nel 2003 dove feci il mio personale: 3H 04’. La peggiore? In assoluto quella del 2004 a Londra, in quel periodo uscivo da una profonda crisi sentimentale e, come ben sai, quando ad un runner manca la testa, manca tutto. La chiusi in oltre quattro ore! Un calvario.”
“Continui a correre e a macinare chilometri fino a quando nel 2012…”
“Dopo una prima fase da “drogato” in cui parlavo solo ed esclusivamente di corsa in qualsiasi luogo mi trovassi, capii che questa doveva essere una compagna di vita e non una ossessione così trovai il mio equilibrio per vivere in modo sano la mia passione. La vita va vissuta con equilibrio in tutte le cose e proprio questo principio mi ha aiutato ad affrontare la notizia che ricevetti nel luglio del 2012: cancro, una delle forme più aggressive, “The big killer”.
“Una notizia che avrebbe gettato nello sconforto più totale chiunque. Eppure la tua reazione è stata immediata”
“Avevo perso completamente la sensibilità agli arti inferiori e a causa delle metastasi cerebrali anche il mio equilibrio era sempre più precario. I medici mi dissero che era inoperabile e che non avrei avuto molto tempo a disposizione, così decisi di fare una cosa: studiare il mio avversario. Chiesi all’oncologo di fornirmi tutti i libri di medicina in cui fossero contenute le informazioni relative alla mia malattia perché pensai “per combattere il tuo nemico lo devi prima conoscere” e così decisi di documentarmi di salire sul ring e di giocarmi la partita per la durata di tutti i 15 round. Ci sono alcuni giorni in cui vinco io, altri in cui vince lui ma non mi stanco mai di combattere e lo faccio ormai da oltre tre anni. Molti hanno definito il mio comportamento “sana follia” io lo definisco “riprogrammare me stesso” godendo giorno dopo giorno di quello che la mia vita mi offre e soprattutto non smettendo di correre per mantenere il mio equilibrio.”
“La corsa appunto. Quanto è importante ora nella tua vita?”
“E’ fondamentale, la corsa è vita! Quando corro sento me stesso, il mio corpo, il mio respiro. Sono abituato ad allenarmi sempre senza musica proprio perché mi piace sentirmi e soprattutto mi piace sentire la natura che mi circonda, perdermi in essa, sentirmi vivo! Tutti dovrebbero correre perché tutti dovrebbero provare queste sensazioni!”
“E proprio dalla corsa ora sei ripartito. Addirittura il Presidente del CONI Giovanni Malagò ti ha nominato testimonial alla prossima Maratona di New York come primo atleta italiano con il cancro capace di correre una maratona!”
“In realtà non mi sono mai fermato e questo è il bello della mia folle sfida. Quando il fisico me lo consentiva io ho continuato ad allenarmi e per la prima volta dal 2012, a settembre 2015 ho corso la mezza maratona di Foligno e il 7 febbraio di quest’anno ho corso la mezza maratona di Ponte San Giovanni di Perugia in 2H 7’ e 16’’. Avere il cancro non significa essere fottuti, la vita bisogna viverla sempre senza mai arrendersi e per questo motivo corro, per dare speranza alle persone che come me ogni giorno lottano contro questo nemico. Quando il Presidente Malagò è venuto a conoscenza della mia storia e della mia volontà di correre la Maratona di New York non ha avuto la minima esitazione e mi ha chiesto di essere il testimonial CONI per portare il mio messaggio di speranza a tutto il mondo in una manifestazione così importante.”
“La maratona di New York non è un caso. Per te ha una sapore speciale.”
“E’ proprio così. Quando nel 2012 mi diagnosticarono il cancro mi stavo allenando proprio per partecipare alla Maratona di New York e lì accadde qualcosa di impensabile. Un uragano si abbattè sulla città e per la prima volta nella sua storia la maratona fu annullata a causa delle condizioni meteo proibitive. Un segno. Era come se qualcuno mi volesse dire “Non ti preoccupare, pensa a combattere la tua battaglia che New York ha deciso di aspettarti”.
Per ora mi alleno tre volte a settimana sotto gli occhi attenti del grande preparatore Umberto Risi, alternando la corsa al lavoro in palestra senza forzare perché non posso chiedere troppo al mio fisico, soprattutto per periodi prolungati e la maratona è ancora lontana ma Risi mi ha già anticipato che dalla prossima primavera mi farà “sbocciare”.
Il mio sogno? Beh nel 1990 Fred Lebow corse con un cancro in atto la maratona di New York in 5H 32’ e spiccioli, la mia ambizione sarà quella di migliorare anche di un solo minuto il suo tempo. Ce la metterò tutta!”
“Non ti dedichi solo alla corsa, sei anche presidente della OLUS “Avanti tutta” che raccoglie fondi per la lotta contro il cancro.”
“Durante tutti questi anni di frequentazione dei reparti di oncologia ho visto molte persone meno fortunate di me per il loro modo di approcciarsi al cancro. Ho visto la disperazione e lo smarrimento nei loro occhi e negli occhi dei loro famigliari così ho pensato che, quando sarei stato meglio, avrei dovuto fare qualcosa per aiutarli, per fargli capire che la vita non finisce con la malattia. Per questo motivo è nata “Avanti tutta” che grazie a numerose iniziative ha raccolto oltre € 150.000 che ci hanno permesso di donare diverse attrezzature al reparto di oncologia dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia . Abbiamo ancora tanti progetti da voler realizzare (vi consigliamo di visitare la pagina www.avantitutta.org ndr).”
“Il tempo a disposizione purtroppo sta finendo ma prima di lasciarci ti chiedo di dare un tuo messaggio a tutti coloro che leggeranno questa intervista.”
“Non arrendetevi, qualsiasi difficoltà voi stiate vivendo, non arrendetevi mai. Ricordatevi che avrete sempre due strade da prendere: una per arrendersi e una per combattere. Non è facile scegliere la seconda perché dovrete scavare in profondità dentro voi stessi ma quando lo farete ottenendo le risposte che cercate, capirete che quella e solo quella è la strada giusta.”
“Grazie Leonardo.”
Written by Frank
BROS to RUN