Dal Corriere dell’Umbria del 02/09/2013
PERUGIA – Leonardo non ha alcuna intenzione di darla vinta al cancro. Per questo, nonostante la diagnosi di adenocarcinoma al polmone con metastasi e tripla mutazione genetica, ha deciso di premere l’acceleratore sulla vita e di andare “Avanti tutta!”, con l’omonima associazione, contro la malattia. “E’ la gara più importante e ho intenzione di giocarmela fino in fondo, senza arretrare e senza regalare al cancro un solo giorno”, afferma, forte di una mentalità sportiva coltivata fin da bambino. “Ho sempre praticato qualche disciplina, dal basket al tennis alla pallavolo, ma la mia vera passione è la maratona”, racconta. E così, a 40 anni, dopo sette gare agonistiche, si è messo in corsa per la vita con la testa e il cuore del runner. “L’abitudine ad allenamenti durissimi, alla fatica, al sacrificio e il desiderio del traguardo mi aiutano a combattere”, sostiene. “Senza dimenticare – aggiunge –, il sostegno dell’equipe oncologica guidata dal dottor Lucio Crinò, al mio fianco in questa battaglia”. E poiché Leonardo è davvero in prima linea può accedere cure speciali. “Vista la gravità della situazione – riferisce -, stanno testando su di me un farmaco sperimentale che sarà in commercio solo dal 2015”. Una possibilità che intende sfruttare fino in fondo. “La medicina – afferma – svolge un ruolo essenziale nella lotta contro il cancro, ma anche lo sport può essere un essere formidabile alleato”. “Sono convinto – precisa – che un’attività fisica monitorata e controllata può dare benefici anche a quei malati che hanno sempre condotto una vita sedentaria”. E perché altre persone in lotta contro il cancro possano trarre esempio e speranza dalla sua esperienza, Leonardo ha fondato l’associazione “Avanti tutta!” impegnata a reperire fondi da destinare alla ricerca e alla realizzazione di una palestra per i pazienti oncologici dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia. La parola d’ordine, insomma, è “non mollare mai” perché, per quanto assurdo possa sembrare “non solo con un tumore si vive, ma si può addirittura migliorare la qualità della propria esistenza”. Un messaggio, questo che Leonardo ripeterà forte e chiaro a tutti quelli che il 7 e l’8 settembre, alla Polvese, parteciperanno all’ “Isola di Einstein”. L’evento, dedicato alla divulgazione scientifica, inaugura quest’anno uno speciale Angolo della Solidarietà. “La profonda amicizia che mi lega a Leonardo, – afferma Irene Biagini, presidente della cooperativa Psiquadro che organizza l’iniziativa insieme alla Provincia di Perugia -, mi permette di apprezzarne la straordinaria carica umana. Per questo l’ho voluto come primo ospite: perché possa contagiare tutti con la sua energia e il suo ottimismo”. E poiché molti runner, usano il GPS durante gli allenamenti, alcuni performer, fra i molti ospiti italiani e internazionali che si sono dati appuntamento sull’Isola, sveleranno al pubblico il funzionamento dei sistemi satellitari.
“Il cancro – considera Leonardo – restituisce profondità e consapevolezza alle emozioni, permettendoti di assaporare ogni attimo. Spesso presi dal ritmo di una società troppo veloce, non diamo la giusta importanza agli affetti e alle piccole cose di ogni giorno che pure rendono unica e speciale la nostra vita”. Perché, allora, tornare a vivere da solo per affrontare la malattia? “E’ stata esclusivamente una scelta di autonomia”, risponde Leonardo . “La sfida – ribadisce – è fra me e lui, ed è ancora aperta”.
Un altro importante ruolo, lo ha giocato sicuramente l’ equipe medica del reparto di oncologia medica,dove ho passato numerosi giorni di ricovero, guidata dal Dott. Lucio CRINO’ che sono tutte persone con uno spirito di servizio e con una competenza davvero straordinaria. Mi sono sentito molto fortunato di essermi trovato in un vero centro d’eccellenza, in cui io in primis, ma anche poi tutti i medici,para medici, infermieri, si stanno prodigando per contrastare il più possibile la mia grave patologia.
Gli allenamenti durissimi, la fatica, il sacrificio, il traguardo, sono tutti elementi che quando si stà combattendo con un tumore, aiutano in maniera significativa, la volontà di non mollare, la voglia di farcela, dare sempre e comunque il meglio di sé, a prescindere dal piazzamento finale, insomma, SI VINCE SEMPRE…
Il messaggio che vorrei trasmettere è che non solo con un tumore si vive, ma si può addirittura guarire e migliorare sensibilmente la qualità della vita!!! AVANTI TUTTA!!!
Maratoneta a livello agonistico, agonismo per una vita, da piccolo sport di squadra, basket pallavvolo, poi tennis e nel 99 ho scoperto la corsa (e la corsa o la ami o la odi) è entrata in me mentalità da runner. Ho corso maratone e mi piace gara estrema, gara più diffcile in assoluto (perfetto a livello fisico e psicologico) è gara lunga e massacrante che ti fa passar tanti stadi diversi. Ne ho corse sopra e ho voluto sempre apprezzare maratona di per sé, perché una volta che sei al traguardo l’hai vinta, anche se sei millesimo è gara con te stesso, con tua grinta, ne ho percepito benefit anche proprio di benessere: ahh ho fatto la maratona.
Sembra assurdo ma il cancro se lo vedi come solo un nemico di fatto gli dai più forza, invece, rispettandolo ti riesce a far vedere una vita molto diversa e che la società talmente veloce in cui viviamo spesso nasconde e trascuriamo le piccole cose, dai figli alle piccole attenzione della compagna, del compagno altre piccole cose gratuite ma importantissime. Prima quando stavo bene io sapevo, in teoria, avevo la consapevolezza di averle dentro. E questa cosa è chiaro che ti toglie energie, risorse ma ti anche altre risorse. Ho 41 anni. E ho trovato grande aiuto nella pratica sportiva, ho fatto sempre sport da una vita e mi ha colpito questa patologia inspiegabile, che magari viene a chi ha lavorato in verniceria e fuma 5 pacchetti al giorno. Patologia irriconducibile ma la cosa particolare che h provato nel trovare questa energia per combatterla ad armi pari. Ma quando sei sootposto a radio e chemio anche una semplice camminata nel corridoio di casa è una conquista ma mi ha aiutato una mentalià sportiva: porsi sempre l’obiettivo, posizionare sempre più alto l’asticella, conquisatre passo passo ma conquistare sempre un obiettivo sempre nuovo. Sono sempre monitorato ogni 15 giorni, periodicamente risonanza e tac, sono sottoposto a farmaco sperimentale sono malato di prima linea o terminale per cui ho accesso a un farmaco sperimentale che uscirà in europa nel 2015. Questa diagnosi mi è stata fatta un anno fa, invece il 27 agosto 2012 mi hanno dimesso dall’ospedale. Mi avevano dato 5-6 mesi di vita, ho tripla mutazione genetica che rende questa patologia ancora più rara e questo aveva allertato ancora di più l’equipe oncologica. Un centinaio in tutto il mondo. Adenocarcinoma con metastasi al 4 stadio con tripla mutazione genetica. Messo in allerta Crinò che mi sta seguendo, si è informato in centri di eccellenza di tutta europa. Ho fatto 20 chemio, radio encefaliche, poi mi hanno proposto di fare da cavia a questo nuovo farmaco e sto rispondendo bene, effetti collaterali devastanti: problemi di vista, deglituzione, stipsi, sono farmaci molto potenti, anche se ti salvano la vita, problemi per le articolazioni. Mentalità sportiva, il fatto di conquistare giorno dopo giorno un passo in più verso la vita, senza arretrare o senza regalargli nulla. Unica strada da poter seguire è questa, a parte prima radioterapia, tutte le altre avevo voglia di combatterlo e di far sì che andavo a stare meglio, non a subire la terapia, ma ne traevo il massimo beneficio possibile. No, non sono sorpresi ma del come ho affrontato patologia e poi ormai in ospedale sono diventato un etoile, la stella del Bols. Riesco a trasmettere messaggio di poditività e di energia. E per quresto medici mi stanno apprezzando per promuovere anche il modo di combattere la malattia. Ho visto morire tante persone che magari avevano patologie anche più rare della mia, ma magari andavano a fare terapie in pigiama, ma è come regalare la tua vita al cancro. Io convivevo ma purtroppo quando sto bene sono vulcanica, solare di compagnia, organizzo eventi, mi riesce facile aggregare eventi. Al contrario, quando sto male (fin da piccolo al contrario di mio fratello che andava a cercare le coccole). E così ho fatto con il cancro: da piccolo con ‘influenza andavo in cancro a leggere topolino. Ho interrotto convivenza, ho voluto condurre da solo questa battaglia. Uno quando sta male deve fare ciò che si sente di fare, perché uno lo sa che farà fatica a fare tutto. Io dopo le chemio mi appoggiavo prima alle pareti della mia camera, poi del bagno e andavo in bagno a fare pipiì da solo. Non tolleravo più presenza della mia ragazza che magari mi dava bicchiere d’acqua che mi dava cuffiette o bicchiere d’acqua. Che caratteraccio! Anche settimana scorsa ch mi sono voluto concedere vacanza da solo, sono stato in riviera, da solo mi sono autogestito a fare le cose che mi piace fare, adesso ho ricominciato a passeggiare, a corricchiare, anche se niente è più normale perché è vero che niente è come prima, faccio molta più fatica, sono esanime. Porto avanti questo discorso dell’associazione, lo faccio per tigna e per caratteraccio e un po’ mi tiene occupata la mente. Se adesso ti dico la mia qualità della vita è molto alta, anche se ho un brutto cancro ma riesco a fare. Adesso 380 adepti tesserati ma considera che siamo nati domani transito sul sito abbastanza elevato, vasto cospicuo, siamo molto visibili, anche la stampa ci ha regalato visibilità, ci ha aiutato a farci conoscere. Quando si propone una cosa nuova, con nuovo spirito per combattere la malattia. Rispetto all’aucc, quando ero lì a fare la terapia c’era il volontario che mi diceva
Io non avevo bisogno di quello che mi diceva a che gusto voleva il succo di frutta, io ho pensato a cosa avevo bisogno: per questo ho pensato di dare un sostegno di risonanza molto importante per la reazione positivo contro il cancro.. io la seonda chemio ci sono andato con una pallina da tennis e ci giocavo, seconda con pallina antistress, pallina da rugby. la quarta con pallina da ping pong e ci palleggiavo. La maggior parte delle persone era abbastanza incazzata, ma è inutile incazzarsi, ormai ce l’abbiamo. Bisgna accettarlo e reagire con il maggior tempismo possibile. Dinamicità aiuta a guarire. Far integrare nel protocollo la pratica sportiva, associare alla terapia standard da protocollo anche un’attività calzata su misura. Il sedentario che non ha mai fatto nulla non può fare mezz’ora di ciclette. Persona sedentaria può fare 3-4 minuti di tapis rulant gli si dà un imprinting differente. Per far sentire il malato in grado di fare delle cose. Lui non pensa che le può ancora fare. Andiamo contro corrente. Palestra: stiamo organizzando deglie eventu pop of day, aperitivo solidale 31 agosto, 14 partita di beneficenza con giocatori storici di perugia dei miracoli (a san sisto) poi seconda edizione della passeggiata che parte dall’ospedale e arriva a pian di massiano (podistica di corciano, aucc, e noi), lo scorso anno io ero il testimonial e poi a dicembre dovremmo riuscire a reperire risorse per allestire palestra nel reparto di oncologia. Bisogna parlare con orlandi per costituirla all’inteno dell’azienda ospedaliera per magari renderla fruibile ai degenti, ma farlo in una dependance. Dare messaggio di positività a quelli che sono malati ma non si devono compiangere perché se uno fa così si ammala di più, spingere molto sulla forza di volontà, della mentalità sportiva,di quanto aiuta attività motoria e alimentazione. Maratoneta a livello agonistico, agonismo per una vita, da piccolo sport di squadra, basket pallavvolo, poi tennis e nel 99 ho scoperto la corsa (e la corsa o la ami o la odi) è entrata in me mentalità da runner. Ho corso maratone e mi piace gara estrema, gara più diffcile in assoluto (perfetto a livello fisico e psicologico) è gara lunga e massacrante che ti fa passar tanti stadi diversi. Ne ho corse sopra e ho voluto sempre apprezzare maratona di per sé, perché una volta che sei al traguardo l’hai vinta, anche se sei millesimo è gara con te stesso, con tua grinta, ne ho percepito benefit anche proprio di benessere: ahh ho fatto la maratona.