«Quegli uomini che combattono la bestia»

Leonardo Cenci: la mia storia e la speranza che viene dalla medicina molecolare

di LEONARDO CENCI

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Con un pizzico di presunzione credo che molti cittadini dell’Umbria conoscano la mia storia, anche perché l’ho raccontata tante volte come testimonianza di come il cancro possa essere combattuto e di come non necessariamente se ne debba uscire sconfitti.

Come purtroppo è capitato e capiterà in futuro, almeno fino a quando la ricerca non avrà messo definitivamente ko la “bestia”, come l’ho definita io da quando, tre anni fa, si affacciò nel mio corpo.

Scrivo ricerca e penso a Chiara Bennati, una giovane ricercatrice che per me è più di una sorella; scrivo ricerca e penso a Lucio Crinò.

Lo chiamo senza il sacrosanto titolo accademico, perché lui sa quanto io apprezzi il suo modo di gestire una clinica alla quale, grazie all’aiuto di tanti benefattori, stiamo dando un supporto materiale, con acquisti di apparecchiature e tecnologie di vario genere.

Loro, i medici di Perugia, stanno facendo cose straordinarie. Io, che riesco ad attirare con la mia energia le attenzioni dei media ed il supporto delle istituzioni, dico sottovoce ma anche, se necessario, urlando: «Incoraggiamo la ricerca, finanziamola! ».

Ho capito che sono in tanti che si riempiono la bocca con la parola “ricerca”; probabilmente sono in buona fede, perché animati da buoni propositi, ma la ricerca, per essere credibile, deve dare risposte concrete, che si possono valutare e misurare.

Io non credo di essere un caso straordinario; se la malattia è stata in qualche modo fermata è perché la ricerca che fa capo al professor Crinò è impegnata da molti anni nello studio dei farmaci intelligenti, quelli che i laboratori di Perugia, in collegamento con quelli americani, hanno messo a punto per malattie terribili come la mia.

Forse sono un simbolo della lotta contro il cancro. Sicuramente continuerò a battermi non solo a favore della ricerca, ma affinché chiunque è nelle mie condizioni possa alimentare la speranza di combattere la “bestia” grazie alla medicina molecolare.